venerdì 2 maggio 2008

due iniziative del COLLETTIVA per maggio

venerdì 16 maggio, ore 21.30

videoproiezione


- PERSEPOLIS -


di Marjane Satrapi, Vincent Paronnaud - Francia/USA 2007

Teheran, 1978: Marjane, otto anni, sogna di essere un profeta che salverà il mondo. Educata da genitori molto moderni e particolarmente legata a sua nonna, segue con trepidazione gli avvenimenti che porteranno alla Rivoluzione e provocheranno la caduta dello Scià.
Con l’instaurazione della Repubblica islamica inizia il periodo dei “pasdaran” che controllano i comportamenti e i costumi dei cittadini. Marjane, che deve portare il velo, diventa rivoluzionaria.
La guerra contro l’Iraq provoca bombardamenti, privazioni e la sparizione di parenti. La repressione interna diventa ogni giorno più dura e i genitori di Marjane decidono di mandarla a studiare in Austria per proteggerla.
A Vienna, Marjane vive a 14 anni la sua seconda “rivoluzione”: l’adolescenza, la libertà, l’amore ma anche l’esilio, la solitudine, la diversità.
Un’opera in bianco e nero (con lampi di colore) capace di raccontare un’infanzia e un’adolescenza al femminile comune e differente al contempo.


domenica 18 maggio, ore 16.30

incontro pubblico

- IL FEMMINICIDIO -

L’ambito più pericoloso: la famiglia. Il posto più pericoloso: la casa

con MICHELA ZUCCA, antropologa.

Violenze e stupri sono un fenomeno tipicamente domestico. Il “nemico” non è lo straniero, ma vive nella quasi totalità dei casi fra le stesse pareti della vittima.Quando i politici nelle loro campagne-sicurezza divulgano informazioni sul pericolo degli stupri, affermano regolarmente il falso. Nascondono quello che è il terrore dentro casa e propongono disegni di legge e interventi utili solo a rafforzare le loro ideologie discriminatorie per diffondere xenofobia e razzismo.Nel consolante immaginario collettivo la violenza è quella del bruto appostato nella strada buia. La verità è che la violenza sta in casa, nella coppia, nella famiglia, solida o dissestata, benestante o povera, si annida là dove il potere maschile è sempre stato considerato naturale.
La violenza contro le donne non è un problema di pubblica sicurezza, né un crimine di altre culture da reprimere con deportazioni di immigrati, con braccialetti, ronde notturne o più pattuglie per le strade.
La violenza patriarcale può essere sconfitta solo dalla libertà, da una sempre maggiore autonomia personale, dalla solidarietà tra donne e dal percorso di crescita, individuale e collettivo, di donne e uomini capaci di andare oltre i modelli culturali imposti.

al Kinesis in via carducci, 3 a tradate


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