martedì 15 luglio 2008

Il decalogo per difendersi in vacanza

O come sono stanca, io davvero non riesco a capire come certe persone possano anche solo lontanamente definirsi giornalisti.
Oggi è il mio primo giorno di vacanza e sono già bella che incazzata come una iena!
Giusto per condividere col mondo un pò di snervo, vi lascio con questi "fondamentali" consigli per sopravvivere alle ferie...

Pillow

Tratto da Da Noantri.net


Il decalogo per difendersi in vacanza
di andy capp, 9 luglio 2008
E’ la prima volta che segnalo un articolo in quanto penoso. Ma è stato più forte di me. Questo qui di seguito è un pezzo di Elena Castagni pubblicato sul Messaggero di ieri a proposito del caso di Federica Squarise, la ragazza padovana scomparsa e assassinata a Lloret de Mar. Il titolo (riportato in alto) è tutto un programma. I grassetti sono miei. E anche i commenti in corsivo. [aNDy cAPp]

Ci pensano tutto l’inverno le ragazzine alla vacanza dei sogni. Quella del riscatto, quella che paga il pegno a tanta noia, all’anonimato a cui sono costrette dalle sciarpe e dai cappotti che devono indossare per mesi, per difendersi dal freddo e dalla nebbia che offusca la mente ma rende ancora più vivi i colori delle fantasie. Loro, giovani donne o bambine cresciute perché a 20 anni ancora si è in bilico tra il passato e il futuro, loro - dicevamo - brave ragazze della provincia piovosa e triste - immaginano il momento della rivincita sulla quotidianità e pensano a quella settimana quando tutto sarà permesso, sotto il sole più alto dell’anno, con la musica a palla, il vestito più sexy, il cocktail in mano e la speranza di trovare l’allegria e l’amore. Non sanno, queste ventenni dagli occhi di cerbiatto che se vogliono uscire indenni dalla vacanza dei sogni devono abbandonare le fantasie, scegliere gli abiti meno succinti e attivare la loro mente perché nessun gesto compiuto da chi le circonda possa coglierle alla sprovvista e trasformare in un inferno - un furto, una violenza, una morte - quello che era stato immaginato come un pezzo di paradiso.

Davide Nicolò, trend setter (ma che è? ndn) di fama internazionale, vita divisa tra i locali top di Rimini, Riccione, Ibiza e Formentera conosce bene le trappole nascoste nelle Mecche della vita al massimo. Proprio lui, già autore di un decalogo antistupro, ci aiuta a costruire un vademecum per ridurre al minimo i rischi della vacanza dei sogni.

Primo. Non partire senza i giusti contatti. Non basta essere in due per schivare pericoli che in luoghi come Lloret de Mar sono perennemente in agguato (sembra la striscia di Gaza, ndn). Due ragazze da sole, che girano per locali senza avere precisa idea di dove andare, lo fanno a loro rischio e pericolo (ahahahahah, ndn). Meglio partire in gruppo, ma suprattutto è fondamentale sapere quali sono i locali da frequentare, le spiagge dove prendere il sole e i chiringuiti dove l’aperitivo è ottimo e sicuro. E deve essere qualcuno di fiducia a dare gli indirizzi (cioè l’agenzia di viaggi con la convenzione?, ndn).

Secondo. Una volta in un locale, in un bar o in qualunque altro posto dove ci si ferma per bere, non perdere mai assolutamente di vista il collo del bicchiere dove il barista ha versato bibite o cocktail. E’ fondamentale sapere cosa si sta bevendo (potresti bere il cocktail di un altro, ndn) e chi ce lo ha servito - e deve essere solo un barman riconosciuto come tale (favorisca i documenti, ndn)- ma è ancora più importante vigilare perché nessuno riesca a fare scivolare nel liquido polveri o pasticche, comunque droghe. Può essere anche un amico, che vuole solo rendere la serata più allegra (un testa di cazzo come amico lo abbiamo tutti del resto, ndn). Lui non pensa di approfittarne, ma qualcun altro potrebbe poi farlo.

Terzo. Non ritornare mai a casa da sole, anche due amiche non bastano, ci vuole la presenza di un ragazzo (in tre è meglio, molti lo sostengono, ndn), meglio se a spostarsi in tarda ora è un’intera comitiva. Meglio utilizzare i mezzi pubblici o andare a piedi.

Quarto. Utilizzare il taxi il meno possibile. Se si è sole evitare in particolare quelli abusivi che in Spagna sostano davanti alle discoteche e promettono sconti. Spesso li guidano bei ragazzi (L’altra settimana ci ho beccato Rafa Nadal dopo la vittoria a Wimbledon, guidava proprio un taxi, ndn) ma che non hanno la licenza. Poi se succede qualcosa - furti o violenze - è impossibile rintracciarli (giusto! ndn).

Quinto. Non dare in giro il proprio numero di telefono (perchè?, ndn). Mantenere i contatti solo con persone vestite in modo armonioso, educate nei modi, che bevono poco e che parlano più di una lingua: c’è un minimo di speranza che siano bravi ragazzi (ehi, ma questo sono proprio io: mandate a me i vostri numeri, ndn).

Sesto. Non ostentare soldi o gioielli. Vestire in modo comodo, pronte alla fuga (ahahahahahahah, ndn) - tipo jeans e scarpe da ginnastica - se ce ne dovesse essere bisogno. Abitini succinti e tacchi 11 centimetri solo quando si esce in compagnia di amici fidatissimi (fidarsi è bene non fidarsi è meglio, soprattutto quando esci con gli amici e porti tacchi da undici cm, ndn).

Settimo. Dove dormire. Da sole, solo in un hotel. In compagnia di un’amica, anche in una pensione purché consigliata da persone di fiducia. Mai negli alberghi di periferia e comunque non in quelli che costano troppo poco: potrebbero essere alberghi a ore
(ma scusa sarebbe meglio invece, così con tutto quel via vai non si resta mai da soli, ndn).

Ottavo. Preferire le discoteche famose ai localini in riva al mare: con le ultime leggi i locali tradizionali sono i più sicuri. (questa me la deve rispiegare perché proprio non la capisco, ndn)

Nono. Cercare di individuare i tipi pericolosi. Serve l’intuito, ma chi non ce l’ha si tenga alla larga da chi ha gli occhi arrossati e straparla (ma questo è il viceré dopo una canna d’erba! ndn).

Decimo. Non bere più di un drink a sera, massimo due e guai a mischiare due tipi di alcolici diversi (lo dico sempre anche a Ste, che se no gli viene il cagotto, ndn). Comunque, per non sbagliare, bere solo analcolici: in certi casi non è questione di salute, ma di sopravvivenza. (Ah capo… tre chinotti, ndn).

Per eventuali vostre ulteriori curiosità, ho trovato anche il myspace del tipo, che a leggere la sua biografia è pure uno forte. Se volete chiedergli qualche consiglio per la vostra settimana a Silvi Marina o - che ne so - a Marina di Camerota, fate pure.
[aNDy cAPp]

Buone vacanze a tutte...

Se ce la fate, senza farvi venire un attacco di bile, leggete qui:

http://noantri.net/2008/07/15/in-che-mondo-viviamo/

venerdì 11 luglio 2008

Allarme du jour: le donne si comprano la Ru-486 su Internet

da Sorelle d'Italia

Allarme du jour: le donne si comprano la Ru-486 su Internet, e spesso hanno problemi medici conseguenti a un aborto casalingo! Il presidente dei ginecologi italiani è allarmato!

Ma non mi dire.

Mi rendo conto che fumare dalle orecchie ogni volta che questa gente apre bocca è poco elegante, ma considerata la difficoltà che le donne italiane incontrano anche solo nel farsi prescrivere la pillola del giorno dopo, per non parlare della corsa a ostacoli che è diventato interrompere una gravidanza, ora che così tanti ginecologi italiani - timorati di Dio, del Papa o semplicemente del primario - non effettuano più IVG. Oh, il 70%. Famo a capisse. Il 70% dei ginecologi non pratica IVG. E’ come se il 70% dei meccanici non riparasse le frizioni, nello specifico le frizioni del SUV, perché i SUV sono brutti e cattivi. L’interruzione volontaria di gravidanza è una procedura medica riservata ai ginecologi: se non vuoi praticarla, fai un altro mestiere, fai il cardiologo, fai il neurologo, levati di torno e lascia lavorare chi è in grado di tenere per sé i propri giudizi morali. Questa storia dell’obiezione è ridicola: un medico Testimone di Geova che lasciasse morire un paziente perché non vuole fargli una trasfusione verrebbe subito rimosso dall’incarico. Non capisco perché non si applichi lo stesso criterio a un medico cattolico. Non vuoi praticare le IVG perché la tua religione te lo vieta? Non fare il ginecologo.

Non è mica difficile.

Poi dicono che una abortisce in casa. Sai che novità. Lo si faceva anche prima della 194. Lo si faceva anche nell’antica Grecia. Lo si è sempre fatto. La 194 dovrebbe servire ad evitare proprio di farlo in casa. Invece di gridare allo scandalo contro le donne che fanno da sole, vedete di fare in modo che non ce ne sia più bisogno.

lunedì 7 luglio 2008

martedì 1 luglio 2008

Le donne di Lucha Y Siesta

di Giulia Della Torre da il paese delle donne on line

L’8 marzo un gruppo di donne autorganizzate ha occupato uno stabile abbandonato da anni nella zona del Quadraro a Roma. Da questa occupazione è nata La Casa delle Donne Lucha Y Siesta dove oggi vivono 23 donne e 15 bambini. Molte di loro erano rimaste con i propri figli senza un tetto sulla testa dopo aver lasciato mariti e compagni violenti, altre non guadagnavano abbastanza per permettersi un affitto, o non riuscivano ad arrivare a fine mese con una pensione minima.

Insieme hanno creato uno spazio abitativo e sociale di donne per le donne con uno sportello per la tutela legale, per l’orientamento e la formazione. Dall’ 11 al 15 giugno hanno aperto la porta di casa al quartiere organizzando una mostra fotografica dal nome “Il pane e le rose. Le lotte delle donne per il lavoro dagli anni ’50 agli anni ’80”.





L'AUTOGESTIONE CONTINUA - TAZ/ZAT A SARONNO


CONTRO LA NOTTE BIANCA DEI CONSUMI
Zona Autonoma Temporanea

Rilanciamo la pratica dell'autogestione.

Cena Vegan, banchetti e distro, proiezioni e dibatitti.

Concerto: My Own Voice (milano), Kattiva Reputazione (lecco), Lesione (varese), Ansia (Saronno), Kenosis (brianza), Punkitsch (saronno).

A seguire sound system.

DALLE 18.30... infoline 366 54 29 856

Aggiornamenti: resist.noblogs.org