mercoledì 26 novembre 2008

MANIFESTAZIONE NAZIONALE NO TAV

MANIFESTAZIONE NAZIONALE NO TAV
IN VAL SUSA sabato 6 dicembre '08
PULLMAN DALLA PROVINCIA DI VARESE

Partenze:
TRADATE Piazzale Poste (ore 9.30)
VARESE Viale Belforte, angolo Via Podgora, zona ex-macello (ore 10.00)

Contributo previsto: circa 15€
Prenotare entro mercoledì 3 dicembre.
Segreteria telefonica: 0331.811.662
E-mail: kinesistrd@interfree.it
(lasciare nome e recapito TELEFONICO)


Da mesi ormai le dichiarazioni di ministri e politici a favore della nuova linea Torino-Lione sono all’ordine del giorno: da chi minaccia di invadere la Valle con l’esercito, a chi vuole inviarci a breve le ruspe “dialogando”.

Il prossimo 6 dicembre manifesteremo a Susa per ribadire la nostra contrarietà a qualunque ipotesi di nuova infrastruttura ferroviaria nei nostri territori e allo sperpero del denaro pubblico (il nostro denaro) in qualunque opera inutile.

Manifesteremo contro la mafia dei grandi appalti e delle opere pubbliche.

Continueremo ad opporci a tutti i progetti devastanti per l’ambiente e la salute che sottraggono risorse preziose alla collettività a favore dei soliti noti. I recenti eclatanti tagli alla scuola pubblica sono solo il primo passo: per sostenere i costi elevatissimi di queste opere saranno necessari tagli altrettanto drastici alla sanità, alle pensioni, ad ogni servizio di pubblica utilità.

La Valle di Susa non è un corridoio di transito e non vogliamo che lo diventi in un futuro!

Non riteniamo ineluttabile l’aumento del traffico merci nei prossimi anni e, di conseguenza, non riteniamo giustificata l’ipotesi di costruzione di una nuova infrastruttura ferroviaria in un futuro molto prossimo (come proposto nel F.A.R.E). Pretendiamo, invece, il congelamento del traffico merci totale (ferroviario+autostradale) agli attuali venti milioni di tonnellate annui e ci opporremo alla realizzazione del raddoppio del tunnel autostradale del Frejus, anche se proposto in modo truffaldino come progetto di “galleria di sicurezza”.

Manifestiamo perché deve essere chiaro a tutti, a partire dagli Enti Locali fino alla Comunità Europea, che dal 2005 non è cambiato nulla e che contrasteremo come allora con la pratica della non violenza ogni tentativo di sondaggio o inizio lavori.

A chi come Berlusconi pensa di poter aprire i cantieri con l’uso della forza, ricordiamo che quando ci hanno provato nel 2005 sono usciti sconfitti dalla nostra valle e tutti sappiano che qui troveranno sempre la stessa determinazione.

Vogliamo ricordarlo anche a chi come Prodi simula il dialogo per ingannare gli amministratori e dividerli dal movimento, con false promesse tese non a riqualificare il territorio ma a distruggerlo definitivamente: da qui non passerete, né ora né mai, perché il futuro è una cosa seria e non ci arrenderemo né a chi usa il bastone né a chi ci offre la carota.

A un certo punto di questa lotta coniammo lo slogan “Fermarlo è possibile, fermarlo tocca a noi!”
e da lì ripartiamo, nella convinzione di riuscirci, nella certezza che tutti insieme possiamo farlo.

Partecipare al Corteo NO TAV il 6 dicembre a Susa è un atto concreto per difendere il tuo futuro.

NON ASPETTARE LA PROSSIMA MILITARIZZAZIONE DEL TERRITORIO PER SCENDERE IN STRADA !!

Movimento NO TAV
Susa, 18 novembre 2008

Non dà la pillola del giorno dopo denunciato farmacista

Non dà la pillola del giorno dopo denunciato farmacista
di Carlo Picozza
Un altro "no" di un farmacista alla pillola del giorno dopo. Ma stavolta il rifiuto incappa nella denuncia di una ginecologa. «Mi sono presentata dopo il diniego alla paziente», racconta Lisa Canitano. «Ma il farmacista ha ripetuto: "Sono obiettore", anche se deve fornire qualunque farmaco prescritto». E il presidente degli Ordini dei farmacisti le dà ragione.

Il rifiuto di consegnare la pillola del giorno dopo (un anticoncezionale, non un farmaco abortivo), si è consumato nello scorso fine settimana, com´è per la gran parte dei casi analoghi, quando sono chiusi i consultori e poche le farmacie aperte. «Dalla feritoia, ho passato al farmacista in turno notturno un documento del suo Ordine che prescrive di consegnare "qualunque medicina" richiesta regolarmente», ricorda Canitano che è presidente dell´associazione "Vita di Donna". «Niente da fare. Così, ho chiamato la polizia. Siamo stati ascoltati tutti compreso un gruppo di trentenni, già lì al mio arrivo, che solidarizzava con il farmacista».

Alla ginecologa, alla sua testimonianza attiva, ora arriva la solidarietà dello stesso presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti, Giacomo Leopardi: «I colleghi non possono negare quella pillola; noi siamo obbligati a fornire i farmaci prescritti».
(25 novembre 2008)

fonte >> roma.repubblica.it

martedì 25 novembre 2008

CAROL RAMA, Self-portrait

LEGNANO (MI)
AL CASTELLO SAN GIORGIO
DAL 15 NOVEMBRE 2008 AL 1 FEBBRAIO 2009
LA MOSTRA
CAROL RAMA
Self-portrait


Al Castello di san Giorgio di Legnano, dal 15 novembre al 1 febbraio 2009, è in programma una mostra dedicata a Carol Rama, nel novantesimo compleanno della grande artista torinese. Quasi ottanta opere, alcune delle quali inedite, che illustrano in modo nuovo il lavoro e la personalità di una grande protagonista del Novecento.

"Una persona che dipinge come me, può essere libera, lesbica, puttana, può dire delle cose che altre no dicono, se lo sognano."

www.spaziartelegnano.com

carolrama.com

Clandestini nei ripari antigelo Milano li segnala alla polizia

che bei momenti, e che belle parole ...

«Noi non possiamo rifiutarci di aiutare questa gente», spiega l'assessore alle Politiche Sociali del Comune, Mariolina Moioli, una cattolica fedelissima del sindaco Letizia Moratti. «Noi di freddo non facciamo morire nessuno. Abbiamo rafforzato i presidi, abbiamo deciso di tener aperto il centro d'aiuto della Stazione Centrale fino a mezzanotte », aggiunge. «Però...». Già, però. «Io devo poter identificare le persone. E se qualcuno avesse la Tbc o fosse un delinquente, io come faccio a ospitarlo nei nostri centri?».

... da corriere.it


MILANO — L'accoglienza, da una parte: «Accettiamo i clandestini». Le regole, la legge, il dovere istituzionale dal-l'altra: «Ma dobbiamo identificarli e segnalarli». E così a Milano fa freddo, molto freddo (il termometro di notte si avvicina allo zero) e l'invito del Comune a tutti i cinquemila clochard della città è quello di bussare alle porte dei dormitori pubblici. «C'è posto», assicurano. Già, ma i clandestini? Gli immigrati senza permesso di soggiorno che chiedono riparo dal gelo? Che fare con loro? La risposta è ambigua: vengano, sono ben accetti. Però dovranno rilasciare i loro dati, che poi verranno segnalati alle forze dell'ordine. È la legge, d'altra parte. «Noi non possiamo rifiutarci di aiutare questa gente», spiega l'assessore alle Politiche Sociali del Comune, Mariolina Moioli, una cattolica fedelissima del sindaco Letizia Moratti. «Noi di freddo non facciamo morire nessuno. Abbiamo rafforzato i presidi, abbiamo deciso di tener aperto il centro d'aiuto della Stazione Centrale fino a mezzanotte », aggiunge. «Però...». Già, però. «Io devo poter identificare le persone. E se qualcuno avesse la Tbc o fosse un delinquente, io come faccio a ospitarlo nei nostri centri?». La registrazione dei dati e conseguente segnalazione è una strada obbligata. E la segnalazione può portare all'espulsione.


Una scelta che scatena polemiche e divide nella Milano dal coeur in man. A chiedere una moratoria, almeno per i mesi invernali, è il Pd. La parlamentare Marilena Adamo, ex capogruppo in Consiglio, lo dice chiaramente: «Bisogna fare in modo che almeno quando fa freddo nessuno rimanga in strada. È arrivata l'ora di chiedere una moratoria della legge». D'altra parte — ragiona — la questione è simile a quella dei medici: «La destra vorrebbe che i clandestini fossero curati e poi segnalati. Impensabile». Don Virginio Colmegna è il presidente della Casa della Carità, uno dei protagonisti del patto di legalità e solidarietà sperimentato in alcuni campi nomadi milanesi: «Di fronte al freddo bisogna lanciare il messaggio che i luoghi d'ospitalità sono aperti a tutti». E gli irregolari senza permesso di soggiorno? «Vanno identificati in altri luoghi e soprattutto in altre giornate», replica. Anche Mario Furlan, il fondatore dei City Angels (ronde pacifiche e multietniche), giorni fa aveva lanciato l'appello: «Ci vorrebbe un chiaro messaggio perché finalmente anche i clandestini non abbiano paura a rivolgersi alle strutture del Comune». Sul fronte opposto la Lega. «I dati vanno trasmessi, ci mancherebbe», dice il capo degli assessori lumbard in Regione, Davide Boni. Premesso che «non si fa morire la gente per strada», subito arriva il «ma»: «Non si può aprire la porta di casa propria senza imporre la legge». In mezzo al fuoco incrociato, l'assessore Moioli. Stretta tra i due imperativi: garantire la legge e garantire la solidarietà. Qualcuno sottovoce dice che le segnalazione alle forze dell'ordine parte solo quando l'ospite se n'è andato. Si chiude, dove è possibile, un occhio. Uno solo, però. Dice Boni: «Bendarseli entrambi sarebbe troppo».

lunedì 24 novembre 2008

ambulatorio medico popolare di Milano sotto sfratto

Il 4 novembre abbiamo voluto aprire la consultoria autogestita per donne nei locali dell'ambulatorio medico popolare sotto sfratto.

L'abbiamo voluta aprire proprio lì per diverse ragioni:

* per rilanciare quello spazio, riconoscendo l'importanza di un'esperienza autogestita e autofinanziata che da quasi 15 anni garantisce il diritto alla salute a migliaia di donne e uomini migranti, dimostrando coi fatti che dietro la negazione dei diritti sanitari per le/i migranti c'è una questione politica e non, invece, un problema di 'sicurezza' come vorrebbero farci credere le istituzioni;

* perché già mesi fa avevamo scelto quello spazio come sede del comitato cittadino della campagna Obiettiamo gli obiettori;

* perché a fronte delle politiche sanitarie della Regione Sagrestia e del governatore ciellino Formigoni che da anni chiudono i consultori pubblici per spianare la strada ai profitti dei consultori privati accreditati – spesso cattolici e antiabortisti – noi vogliamo ribadire l'importanza dell'autodeterminazione delle donne in tutte le scelte di vita;

* perché ci teniamo molto a creare spazi di discussione e confronto con le giovani donne e con le migranti sulle nostre sessualità e sui nostri desideri al di fuori di moralismi religiosi e ingerenze maschili;

* perché crediamo che informazione, prevenzione e consapevolezza siano gli strumenti migliori per non delegare al potere medico tutto ciò che riguarda la nostra salute;
* perché per noi le pratiche femministe efficaci sono quelle che le donne costruiscono insieme e non quelle elemosinate al ministero delle pari opportunità che, tra l'altro, torna oggi a propinarci i valori dio-patria-famiglia – dove in nome di dio si nega l'autodeterminazione delle donne, in nome della patria si vuole sottomettere i nostri corpi alla 'riproduzione della razza', in nome della famiglia si nega una realtà che le donne conoscono fin troppo bene sulla propria pelle: la famiglia massacra e uccide.

Per queste ragioni siamo determinate a far vivere questo spazio autogestito e a difendere l'esperienza dell'ambulatorio e invitiamo tutte le donne, femministe e lesbiche a partecipare ai presidi contro la minaccia di sfratto con la forza pubblica che si terranno la sera di lunedì 24 novembre dalle 20 e la mattina di martedì 25 novembre dalle 6 in via dei Transiti 28 a Milano (MM1 Pasteur).

Le compagne della Consultoria autogestita per donne e del Collettivo femminista Maistat@zitt@

INDECOROSE E LIBERE

QUI >> la rassegna stampa

QUI >> i video

della manifestazione nazionale di Roma ...

bollettino

da liberazione.it del 23/11/08
Beatrice Busi


Domenica 16 novembre
Genova
Di Elga, 51 anni, casalinga, dicono che è depressa, che ha un sacco di manie. Del figlio Alex, 24 anni, che sta per laurearsi a Scienze della comunicazione, dicono che sia uno studente modello. La mamma però, lo rimprovera di continuo di lasciarla troppo da sola, si lamenta, chiede di essere aiutata. Come questa sera, quando lui le ha risposto con tre coltellate alla gola e tre alla pancia . Sono le 23.20, Elga viene portata in ospedale. E' stato lui a chiamare i soccorsi, credeva di averla ammazzata. Ha chiesto scusa, dice che era esasperato. Ieri mattina, a Licodia Eubea (Ct), invece, è stato rintracciato l'assassino di Carmelina, 54 anni. E' il figlio Paolo, 25 anni. Giovedì 13, l'aveva ammazzata con 80 coltellate, inseguendola per tutta la casa . Di lui dicono che fosse poco sereno.

Lunedì 17 novembre
Cattolica (Rn)
Loretta ha 48 anni, è titolare di un hotel in centro. Si è sposata a 16 anni, incinta della primogenita. Monia ora ha 31 anni, è sposata, ha un bimbo di un anno, vive nelle Marche. Loretta è stanca, consumata da un matrimonio difficile. In albergo fa tutto lei. Dicono che lui tiene la pubbliche relazioni. E fa i caffè. E ha degli hobbies costosi. Lei lo sta lasciando. Dorme in albergo da un pò, mentre lui è rimasto nell'appartamento. L'altra figlia, Valentina, 28 anni, sta con lei, non vuole lasciarla sola. E' anche andata dai carabinieri, per sapere come comportarsi nel caso lui esagerasse con le mani e le minacce. Sono da poco passate le 8. Loretta vuole aprire l'hotel per Natale, invita il marito a portare via le cose che tiene nella veranda. Modellini di aerei, la moto Bmw 1200, un pò di tutto. Lui dà subito in escandescenze, come al solito. Valentina gli urla contro che se non la smette va a raccontare tutto ai carabinieri. Proprio tutto. Le botte, i maltrattamenti, gli abusi. Lui imbraccia il fucile da caccia automatico, quello che ha comprato da poco. Spara un colpo a bruciapelo alla gamba sinistra della figlia. Poi, un secondo colpo diretto al petto che Valentina riesce a schivare e che le sfiora una spalla . Loretta, nel panico, prende il cellulare, chiama il 112. «Mio marito ha un fucile...». Poi un colpo le spappola il fegato e un secondo le trapassa il cuore. Lui le lascia lì così, va in albergo e si spara un colpo sotto al mento . Loretta è morta. Valentina è ricoverata nel reparto di ortopedia. Il padre, è fuori pericolo.
Solito coro di commenti sull'inspiegabilità del gesto. Era una famiglia normale, persino benestante. Come quella di Verona, della quale Liberazione ha parlato ieri. Lui, noto commercialista, prima di suicidarsi, ha ammazzato i tre bambini e la moglie .

giovedì 20 novembre 2008

Ambulatorio medico popolare di Milano

L'Ambulatorio Medico Popolare ha ricevuto un nuovo avviso di sloggio previsto per il 25 di novembre. Stavolta è stata inoltrata la richiesta di forza pubblica.

Per questo indiciamo un presidio con colazione martedì 25 novembre, dalle 6.00 in poi, davanti alla sede dell'Ambulatorio Medico Popolare in via dei Transiti 28 - Milano.

martedì 18 novembre 2008

apertura commenti

... bon ... abbiamo deciso di aprire la possibilità di commentare i post ...

e voi direte, e tutto quel discorso su "non vogliamo passare il tempo a smistare, controllare i commenti" e "questo non è un diario on line ma un modo per raggiungervi"?

e vabbè ... si sa, le donne cambiano spesso idea ...

le Collettiva

lunedì 17 novembre 2008

Bollettino

Beatrice Busi su Liberazione.it del 16/11/08


Domenica 9 novembre
Pianezza (To)
Sono passate le 5 del pomeriggio, lei è in casa con la figlia di 9 anni. La puzza di gas si fa sempre più forte. L'odore viene dal piano di sotto della villetta, dove abita l'ex marito. Si sono separati a febbraio e hanno deciso di dividersi la casa. I vigili del fuoco trovano una sbarra di ferro a bloccare la porta della cucina. Dentro, finestre chiuse, tappeti contro le fessure per impedire il passaggio dell'aria, i quattro fornelli aperti al massimo. Lui, 38 anni, tecnico di laboratorio, non c'è, è uscito. Lo trovano, dice che il gas aperto deve esserselo dimenticato. Lo arrestano per tentata strage. Fucile, pistola e proiettili che aveva in casa, sequestrati.

Lunedì 10 novembre
Oristano (Ss)
Lei l'ha lasciato e se n'è andata. E' sera inoltrata, lui, 57 anni, le va sotto casa. Con un fucile. Prima le buca una ruota dell'auto, poi alza il fucile verso il balcone e spara. Il proiettile manda in frantumi la vetrata e si conficca sul soffitto della stanza. L'hanno arrestato per detenzione abusiva di armi, danneggiamento aggravato, minacce e molestie.

Sassari
Lei ha 29 anni, di cui 3 di maltrattamenti e violenze da parte del compagno. Due mesi fa è riuscita a mandarlo via di casa. E' mezzogiorno di domenica. Lui, 39 anni, va a cercarla, è convinto che abbia un'altro uomo. Lei non gli apre, ha degli ospiti, una coppia di amici con i loro bimbi. Alle 4 del pomeriggio, ci riprova. Lei gli dice di andarsene, lui comincia a gridare, a prendere a spallate il portoncino fino a sfondarlo. Irrompe in casa, la prende per un braccio, la sbatte contro il muro, di fronte agli occhi attoniti degli amici e dei bambini. Lei riesce a divincolarsi, si chiude in camera e chiama il 113. Lui, intanto, le sta sfasciando la cucina. Quando arrivano i poliziotti, si scaglia anche contro di loro. Oggi è stato scarcerato, in attesa del processo. Gli hanno imposto di stare lontano da casa di lei. Dobbiamo affidarci alla speranza che lo faccia?

Martedì 11 novembre
Baranzate (Mi)
Lei ha 46 anni, un figlio e una figlia di 20 e 22 anni, e un marito padrone. Lui, 52 anni, controlla costantemente e impedisce i loro movimenti. Se sgarrano, li minaccia e mena le mani. Fino ad oggi, quando è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia dopo mesi di indagini. Come ha spiegato il capitano dei carabinieri di Bollate, «il rischio di degenerazione delle condotte in ambito familiare si è moltiplicato negli ultimi anni, determinando il verificarsi di vere e proprie tragedie. Un contesto che impone il monitoraggio preventivo di tutte le situazioni a rischio, per intervenire prima che si arrivi al punto di non ritorno».

Venerdì 14 novembre
Jesi (An)
E' ancora notte quando arrivano i carabinieri. Lui, 30 anni, ha chiamato 112 e 118 dicendo che la sua compagna, in preda ad una crisi isterica, sta distruggendo la casa. La trovano per terra, in camera da letto. In ospedale, viene fuori la verità. Lui l'ha picchiata e minacciata di morte. Lei, una volta dimessa, cerca di rientrare in casa, lui glielo impedisce. Questa volta, i carabinieri lo arrestano per lesioni e violenza privata.

sabato 15 novembre 2008

non mantengo una promessa

Avevo promesso, a me stessa, che non avrei detto e scritto niente su Eluana Englaro.
Come una specie di forma di rispetto, forse banale, per il dolore di uomo che ha perso una figlia e che ha dovuto lottare contro tutti invece che prendersi il tempo, sacrosanto, di soffrire.

Ma queste parole,

- 'Chi la considera morta, lasci che Eluana rimanga con noi che la sentiamo viva': lo scrivono le suore della clinica dov'e' ricoverata.'Noi tutte continuiamo a servire la vita di Eluana Englaro e di tutti i nostri pazienti', sottolineano in una nota le religiose. 'La nostra speranza -e di tanti con noi- e' che non si procuri la morte per fame e sete ad Eluana e a chi e' nelle sue condizioni. Per questo affermiamo la nostra disponibilita' a continuare a servire - oggi e in futuro - Eluana'. (ANSA - MILANO, 14 NOV)

mi risuonano nella testa, come un martello.

Quanta arroganza, quanta prepotenza. Quanta cattiveria c'è, in queste parole?

Non riesco a uscirne.

"Chi la considera morta ... "

" ... non si procuri la morte per fame e sete ... "

Queste sono parole crudeli. Queste sono parole senza rispetto.


Non bisognerebbe mai intromettersi nel dolore altrui, non bisognerebbe mai legiferare sul dolore altrui, mai infierire, mai giudicare, mai imporre una condotta, mai, mai e poi mai.

Mi si comprimono i polmoni e mi fa male il cuore.

Ci dicono come vivere, ci dicono come morire, ci dicono come non vivere, ci dicono come non morire.

Sono arrabbiata. Furiosa.

Lasciate in pace le persone.

Lasciateci in pace.

Tutti pronti a puntare il dito, a sommergerci con la vostra morale distorta. 
Imparate a tacere, di fronte alla morte. Imparate a tacere di fronte al dolore. Imparate a tacere di fronte al coraggio. Imparate a tacere di fronte a ciò che non conoscete e che non potete capire. Imparate a rispettare la dignità.

Imparate a tacere.

C'è un limite a tutto, c'è un limite alla polemica, c'è un limite alle dannate ideologie, c'è un limite alle parole che possono essere dette che è stato abbondantemente superato.

Imparate a tacere.

venerdì 14 novembre 2008

mercoledì 12 novembre 2008

La Camera manda avanti il DDL anti-blog

fonte: punto informatico

Roma - Era ottobre 2007. Il consiglio dei ministri approvava il cosiddetto "DdL Levi-Prodi", disegno di legge che prevedeva per tutti i blog l'obbligo di registrarsi al Registro degli Operatori di Comunicazione e la conseguente estensione sulle loro teste dei reati a mezzo stampa.

La notizia, scoperta del giurista Valentino Spataro e rilanciata da Punto Informatico, fece scoppiare un pandemonio. Si scusarono e dissociarono i ministri Di Pietro e Gentiloni, ne rise il Times, Beppe Grillo pubblicò un commento di fuoco sul suo blog. Il progetto subì una brusca frenata e dopo un po' le acque si calmarono. Cadde il governo Prodi.

Un anno dopo: novembre 2008. Un altro giurista, Daniele Minotti, si accorge che il progetto di legge gira di nuovo nelle aule del nostro Parlamento, affidato in sede referente alla commissione Cultura della Camera (DdL C. 1269).
Minotti ne fa una breve analisi sul proprio blog, marcando le diversità fra il nuovo testo e quello precedente. Abbiamo tuttavia alcune differenze di interpretazione. Diamo insieme un'occhiata ai punti salienti del progetto di Legge per capire cosa possono aspettarsi i navigatori e i blogger italiani:
Art. 2.
(Definizione di prodotto editoriale).

1. Ai fini della presente legge, per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione o di intrattenimento e destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso.

Qualsiasi blog rientra in questa definizione.

Art. 8.
(Attività editoriale sulla rete internet).

1. L'iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione dei soggetti che svolgono attività editoriale sulla rete internet rileva anche ai fini dell'applicazione delle norme sulla responsabilità connessa ai reati a mezzo stampa.

3. Sono esclusi dall'obbligo dell'iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione i soggetti che accedono alla rete internet o che operano sulla stessa in forme o con prodotti, quali i siti personali o a uso collettivo, che non costituiscono il frutto di un'organizzazione imprenditoriale del lavoro.
All'apparenza il comma 3 escluderebbe la maggioranza dei blog dall'obbligo di registrazione e dai correlati rischi legali. Ma non è così. Ecco alcuni esempi pratici.

Il blog di Beppe Grillo ha una redazione, ha banner pubblicitari, vende prodotti. In parole povere: sia secondo il Codice Civile, sia secondo la comune interpretazione dell'Agenzia delle Entrate, fa attività di impresa. Se il progetto di legge fosse approvato, perciò, Beppe Grillo avrebbe con tutta probabilità l'obbligo di iscriversi al ROC. Non solo: sarebbe in questo modo soggetto alle varie pene previste per i reati a mezzo stampa.

Affari suoi, diranno forse alcuni. Eppure non è l'unico a doversi preoccupare. Nella stessa situazione si troverebbero decine, probabilmente centinaia di altri ignari blogger. Infatti: chiunque correda le proprie pubblicazioni con banner, promozioni, o anche annunci di Google AdSense, secondo la comune interpretazione dell'Agenzia delle Entrate, fa attività di impresa.

Il ragionamento è semplice. L'apposizione di banner è un'attività pubblicitaria continuativa che genera introiti; una prestazione continuativa è un'attività di impresa; chi fa impresa grazie alle proprie pubblicazioni deve registrarsi al ROC; chi è registrato al ROC può incorrere nei reati di stampa. Chi invece è in questa situazione e non si registra al ROC, può essere denunciato per stampa clandestina (ricordiamo un caso recente).

Per quanto in nostra conoscenza, manca ancora un pronunciamento strettamente ufficiale dell'Agenzia delle Entrate (interpello) se l'uso di qualche banner rientri nelle attività dell'impresa (ma l'orientamento è piuttosto chiaro: banner = attività lucrosa continuativa; attività lucrosa continuativa = impresa).

Per questa ragione, se il progetto di Legge venisse approvato come è ora proposto, saremmo nel migliore dei casi di fronte ad una legge passibile di più interpretazioni e quindi potenzialmente molto pericolosa. Facciamo un esempio di fantasia, ambientato a Paperopoli.

Rockerduck: "Se non cancelli l'articolo sul tuo blog che parla male di me, ti trascino in tribunale per diffamazione a mezzo stampa."
Paperino: "Ma il mio blog non è una testata!"
Rockerduck: "Però hai un banner pubblicitario, quindi potresti essere un'impresa, e quindi devi iscriverti al ROC. Anzi, se non togli l'articolo ti denuncio pure per stampa clandestina."
Paperino: "Ok. Sob."

Provate a sostituire "Rockerduck" con "picciotto" e "Paperino" con "cittadino" e il gioco è fatto.

Luca Spinelli

martedì 11 novembre 2008

Prossimi appuntamenti

Volevo ringraziare tutti quelli che sono venuti domenica all'aperitivo e a vedere lo spettacolo.
Un enorme grazie sopratutto alle "BelleBallerine" di PuntidiVista: Silvia, Chiara, Tiziana, Chiara... al divano e al suo trasportatore!

Vi aspettiamo giovedì 20 Novembre alle ore 21.00 per la proiezione di:
“vogliamo anche le rose”
documentario di alina marazzi - Italia 2007

VI RICORDO CHE LA PROIEZIONE E' APERTA A TUTTI!


Sono ancora disponibili posti per il laboratorio di scrittura creativa (che si svolgerà sabato 29 e domenica 30 novembre a Tradate) e per il workshop di internet (che si svolgerà domenica 14 dicembre a Varese). Questi due corsi sono riservati alle donne.
Fateci uno squillo o mandateci una mail se siete interessate.

Pillow

venerdì 7 novembre 2008

Aperitivo con interferenze

domenica 9 novembre

ore 19.00 - aperitivo con interferenze
PUNTIdiVISTA
performance di video-danza

VI RICORDO CHE GLI APERITIVI e LE PROIEZIONI SONO APERTE A TUTTI FEMMINE E MASCULI!
...QUINDI MI RACCOMANDO PORTATE ANCHE I VOSTRI FIDANZATI...VI ASPETTIAMO in via Carducci 3 a Tradate.


IL LABORATORIO DI SCRITTURA E IL WORKSHOP DI INTERNET, SONO ESCLUSIVAMENTE PER LE DONNE E VANNO PRENOTATI.

Le Collettiva

giovedì 6 novembre 2008

BOICOTAGGIO CONTRO IL "TELEFONO SPIONE" DI GERENZANO

Da un volantino tovato in un bar di Gerenzano:

BOICOTAGGIO CONTRO IL "TELEFONO SPIONE" DI GERENZANO

La giunta razzista di Gerenzano, con un volantino distribuito nelle case dei cittadini, invita tutti gli zombie alla delazione contro chi si ostina a vivere,
istituendo due numeri telefonici per segnalare:
"schiamazzi, disturbo alla quiete, vandalismi, [...] informazioni circa la presenza di clandestini sul territorio, [...] presenza di troppe persone in un appartamento, oppure troppi via vai in una casa"

BOICOTTIAMO QUESTA INFAME ISTIGAZIONE ALLA DELAZIONE!
INTASIAMO I DUE NUMERI!
A PARTIRE DA GIOVEDÌ 6 NOVEMBRE dalle 8 alle 19

347 36 51 414 - 331 427 17 27
DIGLI COSA NE PENSI !

Amanti della libertà

(fonte: lombardia.indymedia.org)

Il Comune di Gerenzano invita tutti gli zombie alla delazione contro chi si ostina a vivere...

Numeri di telefono per segnalare "schiamazzi, vandalismi e clandestini"

“Viabilità, schiamazzi, disturbo della quiete, vandalismi e tutto ciò che non richiede un intervento immediato, come per esempio informazioni circa la presenza di clandestini sul territorio”. È parte del testo del volantino distribuito dal Comune di Gerenzano per far conoscere ai cittadini i due numeri di telefono messi a disposizione per le segnalazioni urgenti o meno urgenti. “Non fraintendiamo – spiega il vicesindaco Pierangela Vanzulli della Lega Nord – non siamo razzisti e non è una caccia alle streghe. Semplicemente sono dei numeri per poter permettere ai cittadini di segnalare dove non viene rispettata la legge. Non si tratta solo di clandestini, ma anche di problemi riguardo all’abitabilità di una casa”.
Ed ecco che un primo numero di telefono (347 – 36 15 414) è attivo dalle 8 alle 19 tutti i giorni “per urgenze che necessitano il loro intervento immediato” recita il volantino. Il secondo numero (331 – 427 17 27) per le situazioni già citate. Per chi chiamerà questi numeri c’è anche la possibilità, come segnalato nel volantino, di mantenere l’anonimato.
”Riceviamo tutti i giorni diverse segnalazioni, sia io che l’assessore Borghi – prosegue il vicesindaco -. È capitato che ci facessero notare la presenza di troppe persone in un appartamento, oppure troppi via vai in un’altra casa del centro. Tutte segnalazioni che sono state vagliate dai vigili per poi essere passate ai carabinieri. Con questi numeri a disposizione dei cittadini, le segnalazioni saranno più veloci e dirette”.
”Ci tengo a precisare che non è un provvedimento razzista come viene vista ogni cosa proposta dalla Lega – conclude il vicesindaco -. Questo nuovo servizio riguarda tutti coloro che non rispettano le leggi, chi delinque. Chi è in regola e non ha commesso nulla al di fuori della legge non ha nulla da temere”.

Lunedi 3 Novembre 2008
M.S.
redazione@varesenews.it

lunedì 3 novembre 2008

SULLA MANIFESTAZIONE A ROMA DEL 22

Dunque,

qui si sta cercando di capire se da Milano parte qualche bel treno speciale o qualche pullman per Roma. Si sa, la Capitale è lontana per noi qui nel profondo nord e viaggiare lontano fa rima con spendere molto ...

chi fosse interessata a farsi un giro a Roma ce lo faccia sapere, così almeno cominciamo a renderci conto di quante potremmo essere a muoverci ...

collettiva.tradate@gmail.com


baci e abbracci


Le Collettiva

bollettino

da Liberazione del 2 novembre 2008

Sabato 25 ottobre
Milano
Si erano lasciati e, la sera prima, si erano rivisti a casa di lui. Lei, 32 anni, del Marocco, sperava in un'amicizia. Lui, 33 anni, suo connazionale, ci ha provato. Lei ha detto no, lui l'ha violentata minacciandola con una lametta. Per un giorno intero le ha impedito di andarsene . Finché lei non è riuscita a scappare e a fermare una pattuglia di passaggio. Lui è accusato di sequestro di persona e violenza sessuale. Lei è stata ricoverata al centro antiviolenze della clinica Mangiagalli, con varie ferite da taglio su tutto il corpo.

Cesena
Lei ha 22 anni, è incinta di 8 mesi. Viene dalla Tunisia, da tre settimane ha raggiunto il marito in Italia. Lui, 37 anni, imbianchino, l'ha subito chiusa a chiave in una stanza . Le permette di uscire solo per andare al bagno, la picchia, la insulta e la minaccia. Finché, per una volta, si dimentica di girare la chiave nella toppa. Lei si precipita fuori di casa, in pigiama e ciabatte, e da una cabina chiama un'amica, sua connazionale. Poi attende i poliziotti che l'accompagnano al pronto soccorso. Lui è stato arrestato per sequestro di persona e maltrattamenti in famiglia.

Mercoledì 29 ottobre
Isola delle Femmine (Pa)
Due anni di violenze, conclusi con l'arresto del marito. Lei, madre di due figli avuti da una relazione precedente, l'ha denunciato. Vicini e amici hanno confermato i suoi racconti. Lui, 50 anni, spesso la picchiava con un frustino .

Arbus (Ca)
Lei, 48 anni, casalinga, ha chiamato i carabinieri per denunciare il marito. Lui, 72 anni, pensionato, dopo averla picchiata brutalmente, si è dato alla fuga . L'hanno arrestato per maltrattamenti in famiglia, lesioni personali e porto d'armi abusivo: un grosso coltello da cucina.

Firenze
Per le botte, ha abortito già due volte. L'aveva denunciato. Era stata affidata ad una struttura protetta, poi era ritornata a stare con lui e le violenze erano ricominciate . Ora, è stato arrestato. Lui, 25 anni, commesso, originario del Marocco, è accusato di violenza sessuale, lesioni e maltrattamenti.

Ceglie del Campo (Ba)
Nunzia, 47 anni, due figli, è in motorino con suo fratello, 54 anni. Stanno tornando dal funerale di un parente, dove hanno litigato per l'ennesima volta con il padre. Lui, 77 anni, li segue con la sua auto, accelera, li travolge e tira dritto . Nunzia è morta in ospedale, il fratello è ferito. Il padre è stato arrestato per omicidio volontario.

Venerdì 31 ottobre
Riposto (Ct)
E' entrato in carcere per scontare una condanna per violenza sessuale, atti osceni e violenza privata contro la donna che si occupava di lui. Lei, non era la moglie, era la "badante". Dieci giorni fa a Reggio Calabria, una storia, forse analoga, è finita molto peggio. Eluta, 44 anni, veniva dalla Romania ed è stata ammazzata con un colpo di fucile alla testa . Lui, 88 anni, ha detto che il colpo è partito accidentalmente mentre puliva l'arma, ma gli inquirenti non gli credono. E' in stato di arresto per omicidio volontario.

Anche queste sono storie di "normali" famiglie italiane.

domenica 2 novembre 2008

bello

... in questa domenica di pulizie e pranzi con parenti ho appena finito di leggere questo post di Viscontessa, dal blog delle sorelle d'italia ... davvero davvero bello ... secondo me ...

Dedicato proprio a te

Detesto spolverare e stirare. Lucidare un pavimento mi da una certa soddisfazione tanto che me ne vado spesso in cerca della cera ideale ovvero quella che una volta terminato il lavoro farà apparire tutte le stelline sul mio pavimento. Lavo, cucino, rastrello il giardino e di tanto in tanto passo la cera anche sui mobili. Qualche volta lucido l’argenteria ma più facilmente lucido le pentole di rame che tengo in cucina perché d’argento, a dire il vero, ho soltanto un paio di ciotole regali di nozze del mio primo matrimonio. A lucidare i rami ho imparato da mia madre e ho imparato da lei molte altre cose come togliere le incrostazioni da un forno o mettere le tende in ammollo con l’amido. Alcune cose mi piacciono proprio, mi divertono e mi rilassano come per esempio cucinare attività che ultimamente hanno scoperto anche molti uomini che ora ti spiegano quanto sia rilassante cucinare come se lo avessero scoperto loro, come se prima della loro scoperta l’umanità si fosse cibata di radici e carne cruda.




A volte, quando la mattina porto i cani a spasso e vedo sulle finestre delle altre abitazioni i cuscini e le lenzuola a prender aria, mi dico che vorrei farlo anche io, mi dico che vorrei fare la casalinga, vorrei far prendere aria ai miei cuscini e poi vorrei andare al mercato a fare la spesa, vorrei scegliere ogni giorno mazzi di carciofi freschi e lamentarmi per il prezzo con il verduraio.
Non c’è niente di gratificante nel spostare le mie chiappe dalle sedia di cucina dove stati seduta a sgranare fagioli e quella dell’ufficio dove me ne sto a sgranare fatture. Certo, nei periodi nei quali mi è capitato di non lavorare ti rendi conto che il mondo è là fuori e che di fagiolo in fagiolo, se non fai attenzione, rischi di perdere il contatto con la realtà ma è aberrante pensare che per sentirti parte del mondo devi essere sempre stanca, indaffarata, incazzata, preoccupata, competitiva e sentirti perennemente in colpa per qualcosa, eppure questa pare la forma di più diffusa di emancipazione che siamo riuscite a costruire negli anni.
Tuttavia è ancora più deprimente che si associ la figura della casalinga a quella di una “donnetta”, di una poveretta che nella vita non ha saputo fare altro. Non voglio con questo rivalutare il ruolo sociale della casalinga né aprire un dibattito sulla creatività necessaria alla preparazione di un coniglietto in pasta di sale, ma l’altra sera mi è capitato di sentire Magalli che raccontava come gli era venuta l’idea del famoso gioco dei fagioli della Carrà.
Qualcuno lo ricorderà, altri ne avranno sentito parlare comunque sia si trattava di indovinare il numero esatto dei fagioli contenuti in un grosso contenitore di vetro. Un gioco stupido, un gioco più che altro di fortuna alla cui soluzione era possibile arrivare solo seguendo abbastanza fedelmente il programma tanto da escludere tutti i numeri sbagliati già proposti dagli altri telespettatori. Magalli insomma, ha raccontato che dovevano trovare un gioco semplice per il pubblico semplice di solito di fronte alla televisione a quell’ora, ovvero le casalinghe. E allora ecco, questa associazione casalinga uguale persona sempliciotta, ignorante, poco dotata intellettualmente, mi ha un po’ disturbata e mi ha disturbata perché quest’associazione, tra l’altro molto frequente, da per scontato che se come donna vali poco più di un fagiolo, la tua scelta non può essere quella di startene a casa a rammendar calzini anche se l’alternativa è semplicemente quella di timbrar raccomandate per otto ore al giorno.
E poi ho pensato a mia madre e alle sue amiche che casalinghe lo erano perché quello era il ruolo a cui erano destinate ma che sicuramente non sapevano che quel gioco dei fagioli fosse dedicato a loro. E di questo sono davvero sicura perché ancora ricordo mia madre che di fronte a quei fagioli disse qualcosa tipo “e questo hanno il coraggio di chiamarlo “gioco? E a chi sarebbe rivolto questa specie di gioco?”.
Ecco mamma, bisogna che te lo dica, quel “gioco” era proprio dedicato a te.

sabato 1 novembre 2008

MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE

Corteo di donne autorganizzato
ROMA, 22 NOVEMBRE 2008


P.zza della Repubblica, ore 14.00

INDECOROSE E LIBERE!
La violenza maschile è la prima causa di morte e di invalidità permanente
delle donne in Italia come nel resto del mondo. La violenza fa parte delle
nostre vite quotidiane e si esprime attraverso la negazione dei nostri
diritti, la violazione dei nostri corpi, il silenzio.
Un anno fa siamo scese in piazza in 150.000 per dire NO alla VIOLENZA
MASCHILE e ai tentativi di strumentalizzare la violenza sulle donne, da
parte di governi e partiti, per legittimare politiche securitarie e
repressive e torneremo in piazza anche quest’anno perché i governi
cambiano ma le politiche restano uguali e, al giorno d’oggi, peggiorano.
In un anno gli attacchi alla nostra libertà e autodeterminazione sono
aumentati esponenzialmente, mettendo in luce la deriva autoritaria,
sessista, e razzista del nostro paese.
Ricordiamo il blitz della polizia al policlinico di Napoli per il presunto
aborto illegale, le aggressioni contro lesbiche, omosessuali e trans,
contro immigrate/i e cittadine/i di seconda generazione. Violenza
legittimata e incoraggiata da governi e sindaci-sceriffi che vogliono
imporre modelli di comportamento normalizzati in nome del “decoro” e
della “dignità” impedendoci di scegliere liberamente come condurre le
nostre vite.
La violenza maschile ha molte facce, e una di queste è quella
istituzionale: vorrebbero risolvere la crisi economica e culturale che
stiamo vivendo smantellando lo stato sociale.
Per salvare le banche, rifinanziare le missioni militari all’estero e
militarizzare le nostre città tagliano i fondi ai centri antiviolenza, ai
consultori e a tutti i servizi che garantiscono alle donne libertà, salute
e indipendenza,
Con la legge 133 tagliano i fondi alla scuola e all’università pubblica
per consegnare l’istruzione nelle mani dei privati determinando la fine
del diritto ad una istruzione gratuita e libera per tutte/i.
Con il decreto Gelmini, migliaia di insegnanti, maestre precarie, perdono
il posto di lavoro, e viene meno un sistema educativo - il tempo pieno -
che sostiene le donne, consentendo loro una maggiore libertà di movimento
e autonomia.
L’obiettivo delle riforme del lavoro, della sanità, della scuola e
dell’università è di renderci sempre più precarie e meno garantite:
mogli e madri “rispettabili” rinchiuse nelle case, economicamente
dipendenti da un uomo, che lavorano gratuitamente per badare ad anziani e
bambini.
Non pagheremo noi la vostra crisi!

SABATO 22 NOVEMBRE
SAREMO DI NUOVO IN PIAZZA

PER RIBADIRE
con la stessa forza, radicalità e autonomia che la VIOLENZA MASCHILE non
ha classe né confini, NASCE IN FAMIGLIA, all’interno delle mura
domestiche, e NON È UN PROBLEMA DI ORDINE PUBBLICO
E AFFERMARE CHE
al disegno di legge Carfagna, che criminalizza le prostitute e impone
regole di condotta per tutte, che ci vuole dividere in buone e cattive, in
sante e puttane, in vittime e colpevoli, noi rispondiamo che

SIAMO TUTTE
INDECOROSAMENTE LIBERE!

al decreto Gelmini che ci confeziona una scuola autoritaria e razzista, noi
rispondiamo che VOGLIAMO TUTTE 5 IN CONDOTTA!

ai pacchetti sicurezza e alle norme xenofobe che ci vogliono distinguere in
cittadine/i con e senza diritti, rispondiamo che SIAMO TUTTE CITTADINE DEL
MONDO E ANDIAMO DOVE CI PARE!

Sommosse – Rete Nazionale di femministe e lesbiche
per adesioni: sommosse_roma@inventati.org

www.flat.noblogs.org