martedì 20 gennaio 2009

Comunicato dell'assemblea romana di femministe e lesbiche per il presidio per Magdalena

LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE NON HA NAZIONALITA', LA FANNO GLI UOMINI

"PERCHE' UN MASCHIO ITALIANO NON PUO' ESSERE FEDELE" HA DETTO ALESSIO
AMADIO, ITALIANO E STUPRATORE DI UNA DONNA RUMENA


PRESIDIO DI SOLIDARIETA' A MAGDALENA
In occasione della Sentenza di primo grado
Tribunale Piazzale Clodio, Roma
Mercoledì 21 gennaio - ore 9


Magdalena, 38 anni rumena, lo scorso 13 maggio alle 6.30 del mattino ha
subito un'aggressione e uno stupro, costantemente sotto la minaccia di
un'arma da taglio, da parte di Alessio Amadio un uomo italiano di 40 anni.
Lo stupro è avvenuto nel call center dove Magdalena lavorava come addetta
alle pulizie. *Alessio Amadio ai primi di giugno era agli arresti
domiciliari. Alla fine di settembre era a piede libero.

Questo caso non ha avuto spazio sui media perché è scomodo sottolineare che
una donna rumena ha subito violenza da un uomo italiano di classe media.
Questo caso infatti rovescia completamente la 'regola' su cui hanno
costruito il pacchetto sicurezza, per cui è lo "straniero" a mettere a
rischio la sicurezza delle donne italiane.

Le istituzioni strumentalizzano la violenza contro le donne per fini
razzisti e per giustificare leggi repressive, mentre gli stupratori non
hanno nazionalità, l'unica cosa che li accomuna è che sono tutti uomini.
Magdalena è stata stuprata da un italiano mentre lavorava e minacciata di
morte. Lui Alessio Amadio, non è stato additato come mostro o minaccia per
la sicurezza nazionale. Lui ha potuto rivendicare la violenza dichiarando
"perché un maschio italiano non può essere fedele", quindi non può
controllare le proprie pulsioni. Di conseguenza sarebbe nella natura delle
donne dover subire, possibilmente in silenzio e senza difendersi, dagli
eccessi della "virilità" maschile.

Infatti nelle vergognose motivazioni alla sentenza per lo stupro e
l'omicidio di Giovanna Reggiani* si legge "La Corte (...) non può non
rilevare che sia l'omicidio, sia la violenza sessuale (...) sono scaturiti del
tutto occasionalmente dalla combinazione di due fattori contingenti: lo
stato di ubriachezza e di ira per un violento recente litigio sostenuto
dall'imputato e la fiera resistenza della vittima? In assenza degli stessi
(i due fattori contingenti) l'episodio criminoso, con tutta probabilità,
avrebbe avuto conseguenze assai meno gravi".



Le istituzioni sostengono e alimentano la cultura dello stupro,
ritenendolo così "naturale" e inevitabile da chiedere alle donne di subirlo
per salvarsi la vita. In quanto donna Giovana Reggiani è colpevole di non
essere stata una brava vittima.

Magdalena è stata licenziata perché stuprata dal compagno della sua datrice
di lavoro. Il Comune di Roma ha sfruttato la vicenda mediaticamente,
dichiarando sui giornali che si sarebbe costituito parte civile - fatto
mai accaduto - e che le avrebbe offerto un altro posto di lavoro. Dopo mesi
di silenzio e senza aver fornito alcun sostegno, il Comune ha offerto a
Magdalena un posto di lavoro con contratto di 3 mesi.




Contro la normalizzazione della cultura dello stupro e contro le logiche
che vogliono le donne deboli e sottomesse per poterle meglio sfruttare
affettivamente, economicamente e sessualmente, le donne continueranno a
difendersi, a lottare e a denunciare con rabbia, perché non sono loro a
doversi vergognare per le violenze degli uomini.


Assemblea romana di femministe e lesbiche







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