giovedì 18 dicembre 2008

Preziosa: A rischio il processo

Nicoletta Poidimani, da Liberazione.it del 18/12/08

Milano
Sono trascorsi più di cinque mesi da quando, la notte dell'11 luglio scorso, una trans brasiliana, Preziosa, veniva brutalmente picchiata dalla polizia con calci, pugni e manganelli nel Cie (ex Cpt) milanese di via Corelli.
Nonostante abbia denunciato gli autori del pestaggio, nonostante le quattro interminabili ore di interrogatorio sostenute lo scorso ottobre presso la Procura di Milano e nonostante il riconoscimento fotografico in cui ieri ha individuato l'ispettore e tre dei sei agenti di polizia responsabili di quelle violenze, ancora non le è stato concesso alcun permesso di soggiorno per motivi di giustizia. Non sorprende, dato che il rilascio del permesso è a discrezione della Questura milanese, la stessa a cui appartengono i poliziotti e quell'ispettore che, il giorno dopo le violenze, fece uscire Preziosa dal Cpt con un decreto d'espulsione e dicendosi disposto a pagare lui stesso eventuali danni purché lei non sporgesse denuncia.
Preziosa è arrivata in Italia proprio quando la vita dei e delle migranti si è fatta più difficile e precaria, soprattutto se non si ha un permesso di soggiorno e si è quotidianamente a rischio di espulsione. La sua vicenda raccoglie in sé tutta la violenza di un paese, l'Italia, sempre più ferocemente arroccato sulla difesa dall'Altro/a. Preziosa, come parte lesa, ha diritto di esser presente nell'iter delle indagini e poi in quello processuale, ma per la legge non avrebbe diritto di rimanere in Italia in quanto "clandestina" e con decreto d'espulsione.
«È probabile - spiega Eugenio Losco, legale di Preziosa - che ora il Pubblico ministero inserisca nel registro degli indagati i nominativi degli agenti individuati oggi dalla mi assistita e che li sottoponga ad un formale interrogatorio. Purtroppo però neanche questo ulteriore passo delle indagini le consentirà di ottenere il rilascio del permesso di soggiorno. E questo è veramente paradossale. Come si potrebbe arrivare ad un vero e proprio processo senza la sua presenza? C'è il forte rischio che la condizione di irregolarità di Preziosa venga usata per far in modo che il processo non abbia un seguito reale. È interesse delle forze dell'ordine insabbiare le condizioni disumane dei Centri di identificazione ed espulsione».
Preziosa rimane, al momento, parte doppiamente lesa: per le violenze subite nel Cpt e per il non riconoscimento del suo diritto a seguire la causa che la riguarda. Intanto il susseguirsi di decreti sulla sicurezza rischia di moltiplicare i casi come il suo ed è un segnale assai significativo che ad Empoli il carcere sia stato destinato completamente alla reclusione delle trans, con un nesso facilmente intuibile col Ddl Carfagna sulla prostituzione che, se dovesse venire approvato, renderebbe reato la prostituzione su strada con buona pace della legge Merlin. Nell'Italia stretta dalla morsa della crisi, donne, uomini e trans migranti saranno sempre più utili come capri espiatori del senso di precarietà diffusa e del crescente impoverimento. La solidarietà diventerà anch'essa un reato, come si può facilmente intuire da recenti denunce per presidi di solidarietà non autorizzati sotto ai Cpt. Spirale che rischia di sfociare nella barbarie, se ad essa non ci prepariamo a rispondere con determinazione.

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