martedì 27 ottobre 2009

giovedì 5 novembre 2009 - ore 21 - ASSEMBLEA PUBBLICA in solidarietà con i 10 compagni condannati per i fatti del G8 di Genova

giovedì 5 novembre 2009 - ore 21 - ASSEMBLEA PUBBLICA
in solidarietà con i 10 compagni condannati per i fatti del G8 di Genova
(sarà presente l'avvocato Mirko Mazzali del collegio di difesa)
presso il KINESIS autogestito
via Carducci 3 TRADATE - tel/fax 0331 811 662 – kinesis.tradate@gmail.com

G8 GENOVA 2001: MA QUALE GIUSTIZIA? MA QUALE VERITÀ?
Il 9 ottobre scorso è stata emessa la sentenza al processo d'appello a carico di 25 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio durante le manifestazioni contro il G8 di Genova del 2001, in cui migliaia di persone presero di mira i simboli del capitalismo, come le banche, e si difesero con determinazione dalle brutali cariche delle forze di polizia.
Condannate con pene molto pesanti (pene aumentate rispetto al processo di primo grado, fino a 15 anni di reclusione, per complessivi 98 anni
e sei mesi di reclusione) dieci persone accusate di reati contro le cose, e non di omicidio.

Tale sentenza ribadisce una verità fondamentale della società capitalista: la vetrina di una banca vale più di una vita umana.

La giustizia di Stato a cui molti (ingenui, illusi o in malafede) si sono appellati per chiedere verità sui fatti di Genova è la stessa che ha assolto i vertici della polizia che avevano ordinato la mattanza dei manifestanti nelle strade, il massacro della scuola Diaz, le torture di Bolzaneto, e che ha condannato a pene lievi (che non sconteranno) alcuni degli esecutori materiali di quegli ordini; quella stessa giustizia che ha definito “legittima difesa” l'esecuzione di Carlo Giuliani.

E non poteva essere altrimenti. Non c'è nulla da meravigliarsi o da scandalizzarsi. Lo Stato non punisce mai i suoi fedeli servitori, anzi
li promuove (come è successo a molti dei responsabili della feroce repressione al G8 di Genova).

Nonostante le stragi di Stato, gli omicidi nelle strade e nelle carceri (ricordiamo in questi ultimi anni, oltre a Carlo Giuliani, Federico Aldrovandi, Marcello Lonzi, Aldo Bianzino e tanti altri), la repressione violenta dei movimenti popolari in difesa della salute e dell'ambiente (ad esempio in Val Susa e in Campania), ancora molti fra gli sfruttati e gli oppressi delegano alla magistratura e alle istituzioni democratiche la difesa dei propri interessi e della libertà.

Ma lo Stato democratico, con le sue istituzioni e i suoi apparati, non ha altra funzione che difendere gli interessi e la libertà delle classi dominanti proprietarie dei mezzi di produzione e di riproduzione (finanza, mass-media, nuove tecnologie, grande distribuzione) attraverso l'uso monopolistico della violenza contro chiunque osi alzare la testa o dia comunque fastidio per la sua sola esistenza (oggi gli immigrati o gli anarchici, domani i lavoratori licenziati o precari o le popolazioni che si opporranno alle nuove
centrali nucleari).

E noi che facciamo? Aspettiamo che la magistratura fermi la costruzione delle “grandi opere” nocive, che chiuda i lager per immigrati (C.I.E.), che condanni i responsabili delle morti sul lavoro o i criminali delle guerre “umanitarie”?
Noi non abbiamo magistrati per cui tifare né vogliamo galere per nessuno.
LA LIBERTÀ NON SI SENTENZIA, SI CONQUISTA!

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